Giuseppe Lorentini
L'ozio coatto
Storia sociale del campo di concentramento fascista di Casoli (1940-1944)
pp. 163
€ 14,00
isbn 9788869481291
Il libro
"Io sempre vissi dal lavoro e non posso più sopportare l'ozio coatto dell'internamento". Casoli, 22 settembre 1942.
Casoli, cittadina abruzzese in provincia di Chieti, si erge arroccata su una collina alla destra del fiume Aventino ai piedi del massiccio della Maiella. Nell'aprile del 1940 fu scelta dal ministero dell'Interno per allestirvi una struttura per internare "ebrei stranieri"; questa divenne un campo fascista attivo dal 9 luglio 1940. Nei primi giorni di maggio del 1942, gli internati ebrei vennero trasferiti nel campo di Campagna (Salerno) e a Casoli arrivarono gli "internati politici", per la maggior parte civili "ex jugoslavi" originari delle terre di occupazione italiana in Jugoslavia.
Analizzando i fascicoli personali di quasi tutti gli internati, conservati presso l'Archivio storico comunale di Casoli, e confrontandosi con la storiografia e le fonti relative al periodo, Lorentini ripercorre la storia del campo facendo emergere il profilo dei prigionieri, le loro biografie, la vita quotidiana, le pratiche della comunicazione, il rapporto con la comunità cittadina, ma anche i problemi amministrativi e organizzativi riguardanti la sua gestione. La ricerca storica del campo di Casoli ci restituisce, come in un'istantanea, una pagina finora oscura dell'internamento civile fascista come spazio delle pratiche della politica razziale e di repressione operata dal regime, come laboratorio del razzismo fascista a livello locale.
Queste diapositive sono state realizzate e curate dal Prof. Antonio Spinelli del "Centro Studi sull'Internamento e la Deportazione dei Civili in Epoca Fascista Marina Eskenasi": https://www.internamentoveneto.it/
FONTE: Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea
"Elenco dei campi di concentramento esistenti in Italia durante la guerra" istituiti con decreto del 4 settembre 1940 e pubblicato sulla Gazzetta ufficiale n. 239 dell'11 ottobre trasmesso dal Ministero dell'Interno all'Unione delle comunità israelitiche italiane (UCII) di Roma.
Giuseppe Lorentini, «Solo il povero capisce un poveraccio»: l’assistenza spontanea a internati del campo fascista di Casoli e prigionieri di guerra alleati in Abruzzo nella testimonianza di Fortunat Mikuletič (1943-1944)
Abruzzo Contemporaneo 2020 annata XXVI nn. 49-50, ISSN 1127-5995, 2023
Carlo Spartaco Capogreco, Aspetti e peculiarità del sistema concentrazionario fascista. Una ricognizione tra storia e memoria, pubblicato sulla rivista LETTERA N. 40-41 ANNO XIV GENNAIO–AGOSTO 2012
Di Sante, Costantino, Origine e sviluppo del sistema concentrazionario fascista, in Lucchi, Olga, (a cura di), Dall’internamento alla libertà. Il campo di concentramento di Colfiorito, Atti del convegno di studi Foligno, palazzo Trinci, 4 novembre 2003, Editoriale Umbra, Foligno, 2004, pp. 12-23. LINK: http://www.deportati.it/static/pdf/libri/colfiorito.pdf
Il vuoto giuridico in cui agirono i governi nel corso del secondo conflitto mondiale, per l’assenza di Convenzioni internazionali in materia, va tenuto in debito conto in sede di giudizio storico dell’internamento di civili e di una valutazione sul piano del diritto delle norme di applicazione; esso gioca certamente in favore dei governi e della legittimità delle loro decisioni. Non bisogna però tralasciare eventuali illegittimità nel diritto interno oppure abusi e decisioni che contrastino con norme cogenti di diritto internazionale, quelle stesse che hanno poi portato alla creazione del tribunale di Norimberga.
In un lavoro che ha impostato una tassonomia scientifica dei campi di concentramento novecenteschi, Joël Kotek e Pierre Rigoulot hanno introdotto un indice del fenomeno assai utile. In primo luogo occorre ben distinguere i campi dalle prigioni, poiché queste ultime sono riservate a persone condannate o in attesa di giudizio con l’accusa di aver commesso dei reati. I campi sono invece luoghi di reclusione paradossali, un istituto tipicamente novecentesco dedicato agli innocenti, cioè a persone che non hanno commesso crimini o che addirittura non possono commetterne. Una reclusione che definirei ontica, comminata per il solo fatto d’esistere.
Estratto dall'articolo di: Nicola Palombaro, Centinaia di oppositori ebrei, slavi e zingari finirono poi nei lager. Il fascismo organizzò in Italia ben 43 campi di internamento, in Patria Indipendente, numero 1 del 2012, p.10, p. 13.
URL:<http://www.anpi.it/patria-indipendente/2012/1> PDF SCARICABILE
Elenco campi di concentramento fascisti (1940-1943)
Fonte: http://www.storiaememorie.it/villaoliveto/SchedeLuoghiMemoria/Internamento.htm#Scheda
Fonte: http://campifascisti.it/scheda_documento_full.php?id_doc=927
ITS Digitales Archiv
Schreiben der Quästur Chieti, 11.04.1956, Namenslisten über Italien, meist jüd. Häftlinge, versch. Nationalitäten, 1.1.14.1, 459523-459536, ITS Digitales Archiv
Gli ebrei stranieri internati a Guardiagrele
a cura della prof.ssa Giuseppina Olivieri
Realizzato dalla Classe 2ª B, Scuola Secondaria di I grado dell'Istituto Omnicomprensivo di Guardiagrele (CH), A.S. 2016/2017.
Fonte: https://iogreleblog.wordpress.com/2017/04/03/gli-ebrei-stranieri-internati-a-guardiagrele/
Fonte: http://campifascisti.it/scheda_documento_full.php?id_doc=3275
Archivio Centrale dello Stato
Ministero dell'Interno, Direzione Generale Pubblica Sicurezza, Divisione Affari Generali e Riservati. Archivio generale, Ufficio internati (1939-1945), A/C e A/I, ariani in campi di concentramento e in località di internamento 1940-1945, Busta 77, Fascicolo 2249 (Fracasso Gaspare di Pietro)
Alcune foto di Casoli per gentile concessione del fotografo Giovanni Di Prinzio
1. Locale sottostante il vecchio Municipio di Casoli, in Via Mezzogiorno (nel 1940), precedentemente adibito a scuola di avviamento. Ospitò all'incirca 30 internati.
2. Locale di proprietà dell'allora Avvocato Vincenzo Guglielmo Innocenzo Tilli sito in Via del Fiore, capienza 100 posti; gli internati ospitati furono successivamente trasferiti al locale n. 3 perché le stanze erano umide e malsane.
3. Locale sito sempre in Via del Fiore, anch'esso di proprietà dell'Avvocato Tilli, usato precedentemente come sala polivalente (spettacoli teatrali, cinema, feste), ospitò circa 50 internati trasferitisi dal locale n. 2.
Cfr. Vincenzo Rossetti, Storia di Casoli. Documentazione e approfondimenti, Comune di Casoli, 2014, p. 222.
"ACS, Ministero dell'Interno, Direzione Generale Pubblica Sicurezza, Divisione Affari Generali e Riservati, Massime, b. 118, fasc. 16, s.fasc. 2"
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