Presentazione del libro "L'ozio coatto" al Museo della comunità ebraica di Trieste "Carlo e Vera Wagner"

Da sinistra: Giuseppe Lorentini, Livio Sirovich, Massimo Tiberini, Tullia Catalan
Da sinistra: Giuseppe Lorentini, Livio Sirovich, Massimo Tiberini, Tullia Catalan

Chi martedì 25 giugno ha sfidato l'afa inerpicandosi su per via del Monte è stato premiato da un incontro molto coinvolgente tra Giuseppe Lorentini - autore del libro "L'ozio coatto. Storia sociale del campo di concentramento fascista di Casoli" (ombre corte, Verona 2019) - con Tullia Catalan e Livio Sirovich. Grazie di cuore a tutti i presenti e anche alla delegazione di Casoli, guidata dal sindaco Massimo Tiberini e dalla presidente della sezione ANPI di Casoli, Piera Della Morgia. Un libro che rende onore alla memoria di tutti coloro che sono stati internati dai fascisti a Casoli: ebrei "stranieri" e politici "ex-jugoslavi".

 

 

"Io sempre vissi del lavoro e non posso più sopportare l'ozio coatto dell'internamento"

Casoli, 22 settembre 1942. 

Annalisa Di Fant 

Museo della Comunità ebraica di Trieste "Carlo e Vera Wagner"

Giuseppe Lorentini

L'ozio coatto

Storia sociale del campo di concentramento fascista di Casoli (1940-1944)

pp. 163

€ 14,00

isbn 9788869481291

il libro

"Io sempre vissi dal lavoro e non posso più sopportare l'ozio coatto dell'internamento". Casoli, 22 settembre 1942.

Casoli, cittadina abruzzese in provincia di Chieti, si erge arroccata su una collina alla destra del fiume Aventino ai piedi del massiccio della Maiella. Nell'aprile del 1940 fu scelta dal ministero dell'Interno per allestirvi una struttura per internare "ebrei stranieri"; questa divenne un campo fascista attivo dal 9 luglio 1940. Nei primi giorni di maggio del 1942, gli internati ebrei vennero trasferiti nel campo di Campagna (Salerno) e a Casoli arrivarono gli "internati politici", per la maggior parte civili "ex jugoslavi" originari delle terre di occupazione italiana in Jugoslavia. 

Analizzando i fascicoli personali di quasi tutti gli internati, conservati presso l'Archivio storico comunale di Casoli, e confrontandosi con la storiografia e le fonti relative al periodo, Lorentini ripercorre la storia del campo facendo emergere il profilo dei prigionieri, le loro biografie, la vita quotidiana, le pratiche della comunicazione, il rapporto con la comunità cittadina, ma anche i problemi amministrativi e organizzativi riguardanti la sua gestione. La ricerca storica del campo di Casoli ci restituisce, come in un'istantanea, una pagina finora oscura dell'internamento civile fascista come spazio delle pratiche della politica razziale e di repressione operata dal regime, come laboratorio del razzismo fascista a livello locale.

l'autore

Giuseppe Lorentini è ideatore e responsabile curatore del Centro di documentazione on line sul campo di concentramento fascista di Casoli (1940-1944), www.campocasoli.org. Ha ottenuto il doppio titolo di Laurea Magistrale/Master of Arts in Scienze storiche nell'ambito del corso integrato italo-tedesco tra l'Università di Bielefeld e quella di Bologna (BiBoG). Nel dicembre 2018 ha ricevuto il DAAD Preis, il prestigioso premio del "Servizio Tedesco per lo Scambio Accademico".

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