Numero di matricola 174503. Woicech Bela Hochberger dal letto n. 33 del campo fascista di Casoli deportato ad Auschwitz sullo stesso convoglio di Primo Levi

Hochberger Woicech Bela, figlio di Simone Marco e di Henny Weissmann. Ebreo apolide. Commerciante. Nato a Budapest il 26.08.1898. Sposato con Morgenstern Lea Mincia fu Abraham più giovane di 9 anni. I coniugi Hochberger hanno due figli: Wolfgang nato a Dresda in Germania nel 1931 e Evelina nata a Budapest nel 1934. Tutta la famiglia risiede a Trieste, in via Valdirivo 9/I, dove è arrivata il 9 febbraio 1938. Apprendiamo queste notizie dal permesso di soggiorno per stranieri rilasciato dalla questura di Trieste il 10 novembre 1939. Il permesso gli viene rinnovato ogni due mesi ed è valido fini al 30/06/1940. Arrestato alla fine di giugno, il 10 luglio è a Casoli dove gli viene assegnato il letto n. 33.

Il 26 novembre 1940 inoltra richiesta di confinamento insieme alla famiglia. Il 17 dicembre dello stesso anno la questura chiede il nulla osta alla direzione di Casoli affinché la moglie Lea con i due figli possano recarsi a far visita al marito; è probabile che tra la fine di dicembre e l’inizio di gennaio la famiglia si sia riunita a Casoli. Il 18 febbraio 1941 la questura di Chieti chiede alla direzione del campo di Casoli se l’internato Woicech sia disposto a trasferirsi a Ferramonti con tutti i famigliari; la risposta positiva viene inviata il 31 maggio. 

Lea viene ricoverata in ospedale e il 13 marzo 1941 Woicech inoltra la domanda di una licenza per recarsi a Trieste per assistere la moglie e i figli che sono rimasti senza nessuno che si occupi di loro. La domanda viene reiterata il 16 giugno; finalmente il 25 giugno arriva l’autorizzazione del ministero dell’interno e, il giorno dopo, Woicech, accompagnato da un carabiniere, parte per Trieste per una licenza di 20 giorni. Durante la sua permanenza a Trieste, il 10 luglio 1941, il ministero decide il suo trasferimento a Ferramonti dove viene internata anche la moglie e dove dovrà essere avviato al suo ritorno dalla città giuliana. Dall’archivio di Casoli questo è quanto riusciamo a sapere.

Dalle ricerche del CDEC si apprende che tutta la famiglia, Woicech, la moglie, i due figli Wolfgang ed Evelina, verranno arrestati (non sappiamo quando né dove) e detenuti nel campo di Fossoli da dove saranno deportati il 22 febbraio1944 ad Auschwitz con il convoglio numero 8. I due bambini, appena arrivati, senza essere immatricolati, verranno assassinati nelle camere a gas. La madre, Lea Morghenstern, internata a Ferramonti con il marito e con i figli, seguì la loro sorte: detenuta a Fosssoli e poi deportata ad Auschwitz.      

Hochberger Woicech Bela, deportato ad Auschwitz con la moglie e i figli, non sopravvisse alla Shoah. La famiglia Hochberger viaggiò, da Fossoli ad Auschwitz, lo stesso giorno e sullo stesso convoglio con cui fu deportato Primo Levi. All’arrivo nel lager il 26.02.1944, Woicech fu marchiato col numero 174503, Levi con un numero superiore di 14 cifre: 174517. Dal racconto di Levi possiamo ricostruire gli ultimi giorni di Woicech e dei suoi cari durante la loro detenzione a Fossoli e durante il viaggio che li portò alla morte.

Tutti i seicentocinquanta ebrei internati a Fossoli partirono all’alba del 22 febbraio 1944 per la stazione di Carpi dove furono chiusi in un treno merci di dodici vagoni. Uomini, donne e bambini erano stipati in 50-60 per ogni vagone che venne sigillato dall’esterno. Partirono solo a sera per Auschwitz, un nome allora per loro privo di significato. Durante il viaggio subirono le prime percosse, il freddo, la sete.

 Ad Auschwitz, dei 650 che avevano viaggiato sul convoglio numero 8, superarono la selezione 96 uomini e 29 donne. 

  

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